lunedì 13 giugno 2011

...vogliono vivere in pace, senza armi, senza odio, senza paura.


Nella mia vita  ho avuto la fortuna di incontare   dei maestri di vita , tutti umili, semplici,molti  lavoratori  della  madre tierra ,  ricchissimi di forza, coraggio, determinazione  .. dal grande cuore. Per questa società  dell'apparire e dell'avere sarebbero considerati dei vinti, per me  dei vincitori, sono gli zapatisti,  i familiari dei desaparecidos cileni e argentini,  la società civile kurda e la Comunità di Pace di San Josè Apartadò, l'ultima che ho imparato a conoscere, rispettare, amare. Vivono , loro malgrado, in un paese, la Colombia, dilaniata  da una guerra ferocissima, ma loro vogliono vivere in pace, senza armi, senza odio,  senza paura. Cosa c'è di sbagliato?  eppure in 170 sono stati brutalmente assassinati  , da chi avrebbe dovuto proteggerli, a colpi di machete,  a colpi di fucile , a colpi di mineantipersona: uomini, donne, anziani, bambini .. tutti  fanno paura  a chi ha fatto della violenza la propria ragione di vita. 

Ora quei 170  sono ricordati  con dei sassi colorati  recanti , ciascuno, il nome di una vittima innocente e i sassi diventano ogni giorno più numerosi e più colorati. L'ultimo, quello di Ricardo, 28 anni, che rispondeva alle mie mail!!! non lo conoscevo di persona, ma da ciò che scriveva   capivo che  era un uomo di pace. Tutta questa morte e sofferenza non piega queste persone  degne, la gioia è nei loro occhi, i bambini, e sono tanti,  non hanno smesso di giocare, nemmeno con quelle pietre colorate.. è questo il  grande insegnamento  che ci regalano ogni giorno  e ogni volta che pensiamo, parliamo, scriviamo a loro e per loro :sappiamo che la loro lotta  non violenta per  la pace a SJosè, come in ogni altra parte del mondo, parte dal loro esempio... per questo dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per far sapere a tutti che persone speciali ed eccezionali sono e per capire noi e far capire a chi ci sta vicino che un altro mondo è in costruzione  partendo da loro e  dalle loro pietre..


Nelly Bocchi
Responsabile del gruppo 208 Fidenza Fiorenzuola di Amnesty International Italia




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