venerdì 28 ottobre 2011

Premio Sakharov a cinque attivisti primavera araba

28/10/2011



I nostri carissimi " partigiani della pace" ovvero le donne e gli uomini della Comunità di Pace di S. Josè di Apartadò purtroppo non hanno vinto il premio Sakharov , forse me lo aspettavo.. ma ci speravo davvero tanto.

Speravo che il loro esempio di vita volto alla pace , alla non violenza attiva, alla resistenza senza armi potesse essere conosciuto in tutta Europa, esempio quasi unico in questo mondo dominato dalle guerre e dalla violenza .
Non è stato così e me ne rammarico. 
Comunque hanno avuto la possibilità, Jesus e Noelia, di far sentire la voce della comunità intera al parlamento europeo , come direbbero loro " hanno seminato dignità" ; occorre che questi semi preziosi vengano ora protetti e coltivati.. e questo è compito nostro, di tutti noi che li abbiamo incontrati e conosciuti .
Di loro, Alfredo Molano Bravo ha detto:

" la Comunità reclama soltanto di essere fedele alla vita e sopra questa fede ha costruito una muraglia, pietra su pietra, morto su morto, fino a farla diventare un'alta finestra verso il futuro. Nulla è riuscito a fermarla. Nè la calunnia, nè la minaccia, nè il furto, nè il sangue innocente con il quale è stata irrigata la sua terra .La Comunità di Pace di S. Josè  Apartadò  ha fatto della sua vita e dei suoi principi, un tribunale storico al quale, presto o tardi, i violenti dovranno rendere conto e inchinarsi davanti al suo verdetto". 

Questa scelta , questo esempio di vita vale più di mille premi Sakharov e di altrettanti nobel per la pace..Tutti loro, donne, uomini, bambine, bambini, anziane e anziani sono davvero  I GRANDI DELLA STORIA.

28/10/2011 Nelly


Qui di seguito pubblichiamo il link con la notizia dell’ assegnazione del primo premio assegnato ai cinque attivisti della Primavera Araba.
http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2011/10/27/visualizza_new.html_666850056.html

domenica 23 ottobre 2011

La Comunità di Pace di San José de Apartado in Colombia è tra i tre finalisti per il premio Sacharov

La Comunità di Pace di San José de Apartado in Colombia è tra i tre finalisti per il premio Sacharov.

I finalisti :



  •  Un gruppo di cinque persone che hanno rischiato la vita per la democrazia ei diritti fondamentali nella "Primavera araba",
  •  un'associazione di giornalisti in Bielorussia,
  •  la Comunità di Pace di San José de Apartado in Colombia.
Nell'articolo seguente vi proponiamo l'intervista ai due rappresentanti della Comunità di Pace di San Josè di apartadò Jesús Emilio Tuberquía Tuberquía e Noelia..


domenica 9 ottobre 2011

Continuiamo a rifiutare le strategie di morte del Governo

Oggi vi proponiamo la traduzione dell'articolo pubblicato sul sito della 
Comunità di Pace di San Josè di Apartadò.
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Settimana dopo settimana vediamo aumentare l‘azione dei paramilitari, non solo nei territori della nostra Comunidad de Paz de San José de Apartadó, ma anche in molte altre zone del Paese, e la cosa peggiore è che la società va accettandolo come un destino fatale, senza rimedio, al quale bisogna sottomettersi. Molta gente non ci crede quando denunciamo le forme della presenza e le azioni concrete dei paramilitari nella zona della nostra Comunità. Nessuno fa niente. Tutto viene subito comunicato al Presidente della Repubblica, ma lui, l’unica cosa che fa, è rimettere le denuncie alle gerarchie dell’Esercito e della Polizia, che sono le istituzioni che incentivano, appoggiano, proteggono e coprono  i paramilitari, perché queste “indaghino” proprio su quello che fanno i paramilitari. E le gerarchie militari e della polizia iniziano un giro di remissione a catena ai comandanti, dal più alto livello fino al più basso, così che la risposta percorre tutte le catene di comando e  infine arrivano le solite frasi di routine già utilizzate da varie decadi: “non abbiamo truppe nella zona in questo momento”; “i fatti non sono stati denunciati davanti alle autorità competenti”; “questo non è potuto accadere perché é proibito dai nostri regolamenti”. Intanto i paramilitari giustiziano contadini, minacciano, eseguono sfollamenti forzati, annunciano lo sterminio della nostra Comunità, rubano, distruggono coltivazioni, obbligano a lavori forzati gli abitanti di intere frazioni, e nessuno fa niente. Vige il silenzio dovuto al terrore mentre loro controllano tutta la vita della popolazione in veste di ausiliari della forza pubblica; chiedono documenti; decidono tasse; fanno censimenti; ; riuniscono le comunità; mettono imposte sui prodotti; incentivano la coltivazione della coca e ne controllano il commercio; impongono regole per la vita quotidiana. Viviamo in una società paramilitarizzata mentre il Governo del Presidente Santos vende alla Comunità Internazionale la grande menzogna che il paramilitarismo non esiste più, che ci sono solo bande dedite alla delinquenza comune per le quali ha forgiato la sigla ingannevole di “BACRIM”. Tutto questo accade in una società sottomessa all’azione paramilitare, sotto lo sguardo permissivo dello Stato Colombiano in tutte le sue vesti, permissività che si cerca di occultare sostenendo di perseguire il paramilitarismo, cosa non credibile per noi che viviamo la realtà cruda, dove quest’affermazione suona come una semplice burla.
La nostra opzione per la vita ci porta a dare testimonianza di questa situazione, poiché noi ci opponiamo esplicitamente a una società di morte, a una società determinata dalla guerra e dalle armi; la nostra opzione è per la vita, per la non violenza, per la pace, e ci porta  a solidarizzarci con qualsiasi persona che sia vittima di questa logica paramilitare. Nel dare testimonianza di questa situazione, ribadiamo il nostro rifiuto a questo tipo di società e di Stato immersi nella menzogna e nella violenza. La nostra Comunità indubitabilmente ripudia questa logica, queste leggi del paramilitarismo che implicano una società basata sull’ingiustizia, sull’impunità e generatrice solo di morte.
Vogliamo continuare a dare testimonianza di questi fatti ogni settimana,  testimonianza sulle basi paramilitari che  continuano ad esserci, anno dopo anno, riaffermando  il loro circuito di morte nella società e nel nostro territorio.
Denunciamo e condanniamo tutto il sostegno, attivo e/o passivo, dello Stado a:
-          La base paramilitare ubicata nella frazione Mano Cuello, del corregimiento di El Dos, nel municipio di Turbo, confinante con le frazioni della nostra Comunità di Pace. Da lì, più di duecento paramilitari si dirigono in diversi luoghi da dove controllano tutte le entrate delle persone nei centri abitati, fanno censimenti, comprano coca, fanno entrare armi e munizioni, proferiscono minacce, detengono persone che poi spariscono o vengono uccise, riuniscono la gente del luogo e gli dicono che loro sono la legge e sono quelli che controllano tutto, che chi non gli obbedisce verrà ucciso. Uno degli ultimi episodi di questo tipo è stata la riunione del  23 settembre, di mattina, dove i paramilitari hanno esposto tutte queste condizioni alla gente.
-          La base paramilitare di Nueva Antioquia, dove più di cento paramilitari vanno in giro con mimetiche o vestiti da civili, armati, percorrendo i centri abitati fino a Playa Larga. Lì censiscono le proprirtà delle diverse frazioni; riscuotono imposte sul legno e sui diversi prodotti del luogo; riuniscono gli abitanti dicendogli le stesse cose esposte sopra sul loro controllo e sull’ubbidienza che la gente gli deve. Uno degli ultimi episodi è stato il censimento realizzato lo scorso 21 settembre nella frazione di Playa Larga.
-          La base paramilitare di Piedras Blancas, dove sono stanziati più di cento paramilitari. Da lì  vanno a fare pattugliamenti nelle frazioni della nostra Comunità, proferendo minacce, annunciandone l’imminente sterminio e controllando l’alimentazione, il movimento delle persone e imponendo le loro regole del gioco. Uno tra i tanti episodi avvenuti, sono state le minacce proferite sabado 17 settiembre alla 10:00 nelle frazioni La Cristalina y Carepa, dove hanno detto alla gente che avrebbero fatto sparire varie persone se non si fossero adeguati alle loro regole.
-     La base paramilitare di Batata: lì hanno costruito un edificio grande per ospitare più di 300 paramilitari che si spostano per la zona controllando le frazioni, registrando le generalità delle persone, stabilendo posti di blocco permanenti e requisendo gli averi degli abitanti, controllando tutto quello che fanno e producono le famiglie. Uno degli ultimi episodio è avvenuto nei giorni 24 e 25 settembre, quando hanno istallato un posto di blocco permanente per tutto il giorno, dove perquisivano le persone e gli chiedevano i documenti, affermando che a quelli che non conoscevano e quelli che non gli avrebbero obbedito, li avrebbero ammazzati.
-    La base paramilitare di Los Mandarinos: ci sono più di cinquanta paramilitari che fanno un controllo permanente della gente quando arrivano i mezzi del servizio pubblico, questo ogni giorno, compiendo perquisizioni e registrazioni dei dati anagrafici.
Viviamo circondati dalle azioni dei paramilitari, rese ancora più criminali dal reclutamento di minorenni delle diverse frazioni, cosa che aggrava la loro azione di morte. Si appropriano delle terre,  imponendo il silenzio delle tombe e lasciando una società muta, sottomessa e incatenata a queste strutture d’ingiustizia. Davanti a tutto questo, ci neghiamo a sottometterci, al di là dei rischi che questo implica, perché crediamo che la vita deve stare al di sopra della morte e quindi al di sopra del silenzio e dell’orrore delle armi. Ripudiamo e condanniamo la criminalità di un Governo e di uno Stato che mantengono questo stato di cose, dei detentori di tutti i poteri e soprattutto dei loro mezzi di “informazione” che tacciono su tutti questi orrori.

  COMUNIDAD DE PAZ DE SAN JOSÈ  DE APARTADÓ
2 OCTUBRE DE 2011

Comunidad de Paz de San José de Apartadó
http://www.cdpsanjose.org