Discorso di accoglienza alla delegazione europea organizzata dalla rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive! 6 novembre 2005 – Zona Umanitaria Arenas Altas, parole di Eduar Lancheros


“Grazie all’appoggio internazionale Uribe non è riuscito a farla finita  con la Comunità, così come aveva pianificato.
Ci segnalano come una comunità di guerriglieri,  e noi non solo dobbiamo dire di non essere guerriglieri, ma dobbiamo dimostrare che non lo siamo. Perché anche l’esercito dice che non uccide, e invece uccide.
E lo dimostriamo attraverso il nostro lavoro. Il nostro lavoro si vede. Si deve vedere. Dobbiamo avere un lavoro organizzato, perché il lavoro organizzato si vede. Mostrare le case non è un gesto fine  a se stesso, non è far vedere la casa : le case servono a dire al Governo che non ha chiuso con questa Comunità.
La dignità non ha prezzo, la vita non ha prezzo. Perché Uribe desiderava comprare, però qui non si vende.
Gli abitanti delle zone umanitarie vengono  in delegazione, fino a qui,  così che cosa si è visto   qui:  si è vista una comunità viva. E’ chiaro che  ci dicono che domani vengono e ci ammazzano,  e noi rispondiamo che domani andiamo a lavorare e rimaniamo vivi.
La guerriglia ci aveva detto  che avrebbe difeso  la popolazione civile, e si è messa a sparare alla polizia mentre  in mezzo stava la popolazione.
Quelli che hanno ucciso continuano a parlarci, ci mettono  allegria.
Dobbiamo conservare la memoria: non siamo disposti ad accettare che ci neghino la speranza del domani. Luis Eduardo ( il lider ucciso nel massacro del 21 febbraio 2005) parlò in piedi, li affrontò, e non scappò. Loro ( gli attori armati, il governo)  ci dicono che siamo una comunità di buoi, perché lasciamo che ci uccidano; però la morte non è rimanere senza vita: ci sono persone che stanno in vita  e sono più che morte. La memoria ci dice che Luis Eduardo non scappò, si mise a pescare e a mangiare il suo sancocho.
A Mulatos la delegazione respirò la vita, perché il sangue che stava lì era semente; questa è una terra degna, per questo respira.
Le zone umanitarie sono state la nostra risposta allo schema di guerra dello Stato. Otto sfollamenti forzati a Mulatos,  e Mulatos  rimase vuota. Adesso vanno a  fare lo stesso con Arenas Altas: l’esercito sta facendo presenza, e insieme arrivano i paramilitari.
Le Zone Umanitarie sono un passo in più verso la Resistenza. E che cosa è la Resistenza: la Resistenza è vita , è lotta. Dopo il massacro l’abbiamo detto alla Comunità Internazionale che avrebbero militarizzato la zona. E così è stato. Chi ci difende allora? Ci difende la solidarietà tra di noi,  per Alto Bonito è importante che Arenas Altas resista e così via, perchè se Uribe sarà rieletto non dovremmo resistere solo 1 anno ma 5 anni. Per questo il “Campesinado” deve essere organizzato, hanno ucciso  Luis Eduardo, per questo è  terminato  il processo di pace? No, continua più forte”,