Colombia:Uccidemmo quel contadino per guadagnarci la licenza premio

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato da: stella spinelli sul sito di peacereporter


Spacciandolo per guerrigliero, ottenne un permesso tutto il battaglione e i due autori dell'omicidio un bel soggiorno al mare. E' un'altra testimonianza di falsos positivos

28/04/2011


"Gli ordini vennero dal comandante del Batallón Calibío, teniente Coronel Wilson Ramírez Cedeño. Fu lui a ordinarci di spacciare qualcuno per sovversivo morto in combattimento e ottenere in cambio un permesso per la Contraguerrilla", ossia la Unita Aguerrido 3 a cui apparteneva. A raccontarlo, con tanti altri agghiaccianti particolari, è il soldato semplice Eduard Alejandro Castaño Bolaños, interrogato durante l'udienza del processo a suo carico, in cui è accusato, assieme ad altri 4 militari della Decima Cuarta Brigada dell'Esercito, di aver ucciso dei contadini per poi farli passare da guerriglieri e ottenere così premi e gratificazioni. Il tutto è accaduto nel nordest di Antiochia, dove si è ripetuta per anni una prassi macabra che ha accomunato tantissime aree e coinvolto tantissimi soldati dell'esercito regolare, che erano arrivati a considerare normale uccidere degli innocenti per proprio tornaconto personale. Le vittime accertate di questo gioco sanguinario aumentano, infatti, di giorno in giorno, superando soglia ventimila.
Ma vediamo come la recluta ha ricostruito l'omicidio di Aicardo Antonio Tobón Ortiz, leader contadino della combattiva associazione Valle del rio Cimitarra, ammazzato l'8 luglio 2008, fra i centri abitati El Jabonal e Puerto Matilde, nella zona agricola di Yondó, Antioquia. "Lo uccidemmo all'alba - racconta -. Quel giorno ero di sentinella quando ci chiamammo a raccolta per mangiare. Con il cibo però quella mattina erano arrivati anche dei soldi, da distribuire a tutto il battaglione. Era un premio per l'appena avvenuta liberazione della ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt (rapita dalle Farc nel febbraio 2002 ndr). Prendemmo ognuno la somma che ci spettava, in forma ordinata, e poi quell'ordine: dare un contributo per conseguire un permesso speciale per tutta la Controguerriglia". Il denaro raccolto, a quanto racconta, lo consegnarono al Teniente Maestre Flórez e servì per comprare un'arma da abbinare alla persona da spacciare per guerrigliero.
Ad avallare l'esecuzione extragiudiziale del contadino Aicardo Antonio Tobón Ortiz fu il maggiore Rodríguez, capo delle operazioni. "Di Ortiz ci dissero di star molto attenti perché si trattava di una persona assai pericolosa". Quindi il racconto della missione di morte. "Venne reclutato il civile Jonathan Alejandro, che da anni lavorava con l'intelligence militare del Battaglione Calibio. Fu lui a trovare il revolver calibro 38 dal quale venne cancellato il numero di serie e che servì per costruire la scena del crimine. E fu sempre lui ad accompagnare i  militare che nelle prime ore del giorno raggiunsero la vereda Jabonal, per cercare il supposto sovversivo. Quindi venne da me il tenente Flórez dicendomi ‘tu sei quello che lo ucciderà'".
Poco prima di arrivare alla casa dove si incontrava il leader contadino Aicardo Antonio, i militari montarono la scena di un finto scontro con la guerriglia, con un campo minato, un accampamento di sovversivi, e vi sparsero abbigliamenti in uso all'esercito. Quindi raggiunsero l'umile rifugio in legno, accanto a un recinto di bestiame, dove viveva il contadino. Entrarono e iniziarono a sparare all'impazzata contro l'uomo, uccidendolo sul colpo. Quindi trascinarono il corpo nel bel mezzo della scena fatta ad hoc, gli misero l'arma in mano e fecero esplodere in aria tre colpi per simulare che avesse sparato. Lo vestirono con una tutta dell'esercito e notificarono un morto in combattimento. A poco valsero le grida della gente, le denunce che si trattava di un uomo perbene senza nessuna relazione con la guerriglia. I militari continuarono in quella farsa, imperterriti. La comunità tirò fuori machetes e bastoni per rifarsela con quei militari. Ma l'arrivo di altri soldati li persuase a non complicare le cose. L'indignazione però restò alta e il dolore mai si placò.
La morte di Aicardo Antonio Tobón Ortiz, capo contadino della valle del Río Cimitarra, procurò all'unità di controguerriglia quindici giorni di licenza, e per i due militari che lo uccisero un bel viaggio al mare. Adesso quei due e gli altri tre che parteciparono al massacro rischiano 40 anni. E questo grazie alle testimonianze del soldato semplice, che ora è minacciato e rischia la morte. Dunque, niente è cambiato

Stella Spinelli