sabato 1 giugno 2013

Lo stato Colombiano costretto a rettificare le accuse di Uribe contro la Comunità di Pace di S.Josè di Apartadò

Il 21 e 22 febbraio sono state ammazzate con ferocia inaudita da appartenenti alla XVII Brigata dell'esercito colombiano 8 persone ( tra cui alcuni bambini ) membri della Comunità di san José de Apartadò (dipartimento Antioquia) che dal 1997 si era costituita in zona umanitaria, secondo le convenzioni internazionale, e poi in Comunità di pace e di resistenza civile nonviolenta; comunità che dal 1997 ha avuto più di 200 persone ammazzate dai diversi attori armati, ma in gran parte dall'esercito e dai paramilitari oltre che dalle Farc. 

L'allora presidente Alvaro Uribe ebbe la cinica sfrontatezza di giustificare questo assassinio sostenendo con palese menzogna che nella Comunità c'erano simpatizzanti e amici delle Farc

La comunità da allora ha rotto ogni comunicazione con le Istituzioni, eccetto la Corte Costituzione, che in Colombia è ancora un saldo pilastro del diritto, sostenendo di aver il diritto al risarcimento morale da parte dello Stato perché quel massacro era stato un assassinio di Stato. 

Ieri finalmente lo Stato, nella persona dell'attuale presidente Santos (che all'epoca dei fatti era vicepresidente) è stato "costretto" dalla Corte Costituzionale a rettificare pubblicamente le dichiarazioni fatte a suo tempo da Alvaro Uribe, restituendo onore e dignità ad una comunità che ancora oggi viene minacciata per la scelta di non prendere le armi a favore di nessuno attore armato e di denunciare ogni violenza che avviene in zone rurali molto complesse.

per saperne di più: http://cdpsanjose.org/?q=node/262




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